25 anni insieme. Storia, identità e organizzazione dell’Auser

25 insieme

La ricercatrice della Fondazione Di Vittorio Maria Paola Del Rossi ha scritto il libro “25 anni insieme. Storia, identità e organizzazione dell’Auser”.

Pubblichiamo la prefazione del presidente nazionale dell’associazione Enzo Costa.

Un sindacato che è abituato con gli strumenti della contrattazione, dell’iniziativa legislativa anche, a conquistare nuovi diritti sociali per tutti i lavoratori che rappresenta ha bisogno sempre più in questa fase di trasformazione profonda della società italiana di avere anche dei momenti di sperimentazione concreta, di un attività associata, che realizzi e non solo rivendichi una solidarietà tra diversi, che pratichi una solidarietà intorno all’esercizio dei diritti fondamentali. L’Auser rappresenta certamente una punta di lancia in questa direzione, perché è insieme un modo di recuperare alla vita attiva, alla vita di cittadinanza migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori anziani, di pensionati e pensionate. Ma anche un mezzo col quale fare incontrare questi soggetti con altri soggetti che vivono molto spesso di frustrazione e di difficoltà analoghe a quelle degli anziani per costruire insieme a loro delle esperienze di autogoverno, di formazione culturale, di svago, persino di attività collettive organizzate, come quelle volte al restauro di alcuni ambienti naturali; domani -perché no- di alcuni centri di cultura o di arte che hanno bisogno di essere salvaguardati o ripristinati“.
Era il 18 maggio 1989 e chi pronunciava queste parole era Bruno Trentin, pochi giorni prima, il 5 maggio, Cgil e Spi davano vita all’Auser. Sono passati 25 anni da quei giorni e quelle parole sono diventate realtà, oggi l’Auser con i suoi 304.000 iscritti, 43.000 volontari, oltre 1.300 sedi distribuite in tutte le regioni del paese, rappresenta una delle più importanti e attive associazioni del Terzo Settore. Il “Terzo Settore”, o se si preferisce “l’economia sociale”, è stato protagonista di molti dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nel mondo della produzione e del lavoro, al punto dal concorrere a introdurre una visione insieme antica e nuova dell’economia politica chiamata “economia civile”, nella quale l’imprenditorialità privata, il mercato, lo Stato e il ruolo degli enti pubblici, nel contempo si ripensano e si orientano alla crescita di una società fatta di legami solidali, animata dalle esperienze di organizzazioni che promuovono gratuità, socialità e mutuo aiuto.
E’ stato definito “economia di nicchia”, “extraeconomia”, “un’altra economia”, spesso “un’economia che interviene quando il primo settore e il secondo settore non vogliono, non possono o non sanno intervenire”. Il Terzo Settore sta spesso al limite tra Stato e mercato e in questa pesante fase di crisi emerge come un fenomeno sociale ed economico in espansione, in certi contesti arriva a diventare l’alternativa possibile ai due modelli. Nel passaggio da una logica universalistica dello Stato novecentesco verso l’apertura a una forma “quasi” privatistica che produce servizi, slegati dalla logica del profitto, gestiti direttamente dai cittadini nel territorio, luogo in cui vivono sia le persone che i bisogni, il Terzo Settore diventa una sfera socialmente rilevante in rapida e irreversibile espansione.
Un fenomeno che nasce dall’emersione di nuovi soggetti e istanze sociali e viene legittimato dalla crescita esponenziale dei bisogni. La figura centrale diventa “il volontario” che può essere considerata anche una evoluzione del “militante”, soggetto che ha caratterizzato la grande e lunga stagione dei “movimenti di massa e di protesta” che tanto hanno inciso nei cambiamenti della nostra società, con una differenza sostanziale: i grandi movimenti si muovevano su scala internazionale e affrontavano grandi temi, lo sviluppo del Terzo Settore parte dalla decisione di singoli cittadini, che si mettono insieme, e ha la sua grande spinta dal basso e solo facendo rete diventa movimento nazionale e finisce per affrontare temi di valore universale.
L’Auser è un’associazione di volontariato e di promozione sociale, dal 1995 riconosciuta come “ente nazionale con finalità assistenziali”, e dal 2004 iscritta all’anagrafe unica nazionale delle Onlus, in questi 25 anni è cresciuta ed oggi è una realtà affermata del Terzo Settore, con una sua identità, riconosciuta e apprezzata, che lavora per affermare la promozione della dignità e della libertà delle persone e per la promozione del loro benessere, consapevole che una società che invecchia ha il dovere di mettere in campo politiche che la rendano coesa. La sua azione è centrata sul tema dell’invecchiamento attivo, dentro il concetto di “arco della vita”, come orizzonte culturale da cui ripartire per impostare una diversa idea della vecchiaia è definire una nuova progettazione della società.
Queste sono le ragioni che ci hanno spinto ad avviare il lavoro di ricerca che trovate nel libro: “25 anni insieme. Storia, identità e organizzazione dell’Auser”, di Maria Paola Del Rossi, un lavoro affidato a un soggetto terzo che sulla base di fonti documentali, interviste e ricerche di archivio ha ricostruito la storia dei nostri “primi” 25 anni, un lavoro prezioso e accurato che ha avuto bisogno di tempo, pazienza, intelligenza e professionalità. Un ringraziamento particolare va rivolto alla Fondazione Di Vittorio e al professor Adolfo Pepe per la disponibilità dimostrata e per la profonda considerazione rivolta alla nostra associazione.
Il risultato è una ricostruzione, contestualizzata in un periodo storico, ricca di particolari e di spunti su cui riflettere, arricchita da momenti di approfondimento di importanti attività che sono nate nel territorio e si sono nel tempo diffuse in tutto il contesto nazionale, diventando parte integrante dell’identità dell’intera associazione. La storia che emerge è quella di un’Auser che vive e si realizza nel territorio, che lavora per realizzare il benessere delle persone, in particolare anziane, facendolo con competenza e dentro un sistema associativo che, anno dopo anno, riesce a migliorare la propria struttura, ad espandersi e ad adeguare il proprio “saper fare” ai nuovi bisogni che la società esprime.
Una buona base per poter riprogrammare il nostro futuro, ma soprattutto un atto di rispetto dovuto a tutti i collaboratori e a tutte le donne e a tutti gli uomini che con il loro lavoro volontario, la loro passione, la loro voglia e capacità di fare hanno realizzato quello che oggi l’Auser rappresenta, a loro va il mio personale ringraziamento e a loro dedichiamo questa pubblicazione.

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